Nugla - Genetiski Centar

UNA VISITA IN CICERIA

Un tentativo di recupero dell'Altopiano dei Cici e del suo rilancio economico legato essenzialmente alla pratica della pastorizia fu effettuato anche attraverso cospicui interventi finanziari reperiti nel quadro dell'accordo Goria-Mikulic nel 1993.

Fu un tentativo che non produsse risultati positivi, anzi potremmo definirli fallimentari, le cause a nostro parere sono da ricercarsi essenzialmente nella scarsa conoscenze da parte dei progettisti-programmatori romani dell'ambiente della Cicceria, della attività della pastorizia. Impossibile gestirla su un territorio così vasto come quello della Cicceria utilizzando strutture, ricoveri, sale di mungitura centralizzati, ma soprattutto impiegando razze di pecore e di capre provenienti da altre realtà geografiche, non adatte ai nostri climi, al nostro ambiente come la pecora sarda o la capra camosciata delle Alpi e soprattutto le saanen, e la gran massa di animali che si sarebbero concentrati in un unico sito. Avrebbero dovuto esser tenute presenti al riguardo le esperienze negative condotte in Istria negli anni precedenti utilizzando ceppi di pecore Awashy provenienti dalla Palestina o pecore macedoni; non diedero risultati positivi neanche i loro incroci con le pecore istriane.

Scriveva nel 1993 Rossana Giuricin su Trieste Oggi. Sotto il titolo "La capra torna in Istria: creato a Pinguente un centro genetico. Capitale italiano per tecnologie e quadri.

Pinguente, vista dalla strada che le corre incontro sembra arrivare alle nuvole, il punto più alto da cui godere un panorama immenso. Ma solo qualche chilometro più in là, dall'altopiano della Ciceria la cittadina sul monte si confonde col paesaggio suggestivo di colline che segnano la Valle del Quieto fino al mare.

Su questo altopiano che domina l'Istria centro occidentale si sta realizzando l'unico progetto, dei dieci previsti, dell'accordo di cooperazione fra Italia ed ex Jugoslavia, firmato qualche anno fa dai ministri Mikulic e Goria. Nonostante i cambiamenti, la guerra, la nascita di nuovi stati, il seme gettato tempo fa sta generando il suo frutto. Il centro genetico in questo caso.

Prendiamo la strada che da Pinguente ci porta sul Monte Maggiore e dopo qualche chilometro giriamo a sinistra verso Rozzo. È sabato mattina: in ogni via regna la calma. All'osteria ci attende il direttore del centro Ivan Rumena... Per vedere il Centro bisogna salire ancora verso Nugla, passare la ferrovia, imboccare i sentieri di campagna asfaltati da poco. L'inverno ha spogliato i boschi di querce, i pascoli sembrano arrugginiti. Finalmente davanti a noi gli edifici del Centro. Sono costruzioni vaste con enormi spazi che ospiteranno pecore, capre, montoni, caproni per riportare in Istria ma anche nelle altre regioni della Croazia ed esportare in tutta Europea capi di bestiame selezionato e scelto.

Ed a questo punto il discorso diventa di carattere tecnico. "Qui saranno ospitati 5000 capi, da una parte le pecore dall'altra le capre: i loro capannoni sono già pronti. Una mungitrice a giostra assicurerà una certa velocità nella raccolta del latte che verrà in parte convogliato nel caseificio dove si riprenderà a produrre il buon formaggio pecorino istriano.

Il macello invece sarà ubicato a Pinguente. In effetti si tratta di ampliare quello esistente.

Le ruspe continuano il loro lavoro. Oltre agli edifici è pronto anche il collettore che raccoglierà le acque di scolo e le porterà a valle per scongiurare che un delicato ecosistema venga compromesso.

Cemento, mattoni, ma gli animali dove sono?

Gli accordi, ci spiega il Signor Rupena, prevedevano che la Croazia sostenesse le spese per le stalle e di tutti gli altri edifici necessari. I capi, la tecnologia e i quadri specializzati verranno assicurati dal Governo italiano. Le prime capre dovrebbero arrivare nel maggio prossimo, ma l'inaugurazione si prevede già in marzo. Il progetto sarà controllato dall'Agrifin di Roma che rappresenterà il Governo italiano nell'azienda mista che abbiamo creato. Anche la parte commerciale sarà affidata per dieci anni all'Italia che piazzerà sul mercato europeo ed americano ovini e caprini.


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Perché tra i tanti progetti possibili la Croazia ha optato proprio per questo?

Si tratta di un investimento economico giustificato anche se ha suscitato polemiche e perplessità che noi abbiamo cercato di fugare.

Nella storia dell'Istria c'è poi un capitolo che riguarda l'allevamento di questo particolare tipo di bestiame. Questo perché non si avevano gli strumenti adatti per valutare il danno che ne sarebbe venuto. Ebbene i paesi sviluppati hanno dimostrato che si possono sviluppare allevamenti altamente redditizi e che soprattutto si possono prevenire e debellare epidemie e malattie varie con metodi moderni e sicuri.

Riportare la capra in certi territori significa evitare ogni anno sperse enormi per spegnere fuochi, riportare alla fine un tassello mancante nel mosaico istriano.

In che modo?

Su tutto il territorio sono già in fase di costruzione una cinquantina di piccole fattorie a conduzione familiare alle quali noi affideremo i nostri capi con finanziamenti ed incentivi ed assistenza tecnica. Per non parlare della Dalmazia e delle zone di guerra che già ora potrebbero assorbire 30.000 capi.

Inoltre nella Valle del Quieto daremo via alla produzione di foraggi. Si tratta quindi di un progetto organico che non riguarda solo Pinguente.

Sul Carso, alle spalle d Nugla, pascoleranno pecore sarde e capre sannen ed alpina (scamosciata delle alpi) considerate dagli esperti adatte a vivere in questi siti. Ogni animale avrà la sua scheda e tutti i suoi dati verranno elaborati al computer.

Saliamo a piedi su una collina che sovrasta il Centro. Ci accompagna Livio Dorigo veterinario triestino di origine istriana che anni fa nel Varesotto ha creato dei centri simili. Non grandi come questo.


Boljun

Girando il mondo in missioni di studio e specializzazione ho avuto modo di seguire diverse esperienze relative allo sviluppo dell'allevamento. Un centro così non l'avevo mai visto.

Infatti, afferma il Rupena, il nostro sarà più grande del Mondo. Ci verranno gli esperti a studiare le caratteristiche ed i risultati. Non si tratta solo di un investimento economico, ma anche di una sfida che accomuna nel progetto tutti gli istituti universitari del settore della Croazia ed uno degli istituti italiani più prestigioso, quello di Sassari con cui manteniamo rapporti da tempo.

Ed in primavera la Ciceria cambierà volto. Attorno alla fattoria di Nugla pascoleranno pecore e capre su un territorio di 1000 ettari. Ai diciassette villaggi che gravitano attorno al Centro verrà portata l'acqua e la corrente elettrica, la gente potrà contare su un impiego. La vita potrebbe riprendere sui monti della Ciceria.

Ed il freddo.

Il freddo qui da noi dura si e no sette giorni, per il resto il clima è mite, quindi non ci dovrebbero essere problemi, assicura il direttore...

In considerazione di questo grande sogno svanito, riteniamo doveroso riportate di seguito una nota autobiografica.


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This page compliments of Marisa Ciceran, Fulvio Di Gregorio and Circolo di Cultura istro-veneta "Istria" (https://www.circoloistria.it)

Created: Tuersday, July 13, 2010; Last updated: Tuesday, March 01, 2022
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