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Ciceria - terra di boschi e pascoli
[Tratto da La Nuova Voce Giuliana di 16 luglio 2000.]
Già dal detto popolare "Cicio no xe par barca" possiamo conoscere
come, in una regione marittima, veniva percepito chi abitava
nell'interno.
La Ciceria infatti si trova nell'Istria più interna, quella
montana e fa parte dell'Istria bianca, carsica e sassosa, che la
sovrasta e la chiude a nord-est.
Vincenzo Scussa, vissuto nell'Ottocento, in Storia cronografia
di Trieste, si sofferma a parlare dei Cici e della Ciceria in
uno dei capitoli conclusivi dell'opera. Quanto dice di questa
popolazione risente dell'opinione che di essa si aveva tra le genti
contermini, in genere opinioni non positive, forse perch è
entrare nella Ciceria. per gli estranei, non era cosa nè facile nè
ben vista. Di questo territorio egli ci fornisce una descrizione
geografica e morfologica dandoci anche cenni sulle colture di
sussistenza e sulle occupazioni cui erano dediti gli abitanti di cui
descrive anche alcuni aspetti di vita.
Ripromettendomi di ritornare sull'argomento "Cici" quando avrò
modo di soffermarmi su singole località, ora mi limito ad una
descrizione essenziale, tale da dare, possibilmente, un idea del
luogo.
La Ciceria vera e propria è
compresa tra la strada Trieste-Fiume a nordest, il costone che
sovrasta la Conca di Pinguente a sud-ovest e due linee trasversali
che la separano ad ovest dall'Altipiano di San Servolo o Piedimonte
del Taiano ed ad est dalla Liburnia, o meglio da queIIa regione
montuosa che lo Scussa chiama Castellania e che si trova al di là
deIla
Iinea che va da Seppiane a Castel Lupogliano.
Cos ì
per raggiungere la Ciceria compresa nella Croazia, che è la parte
principale e più interessante, occorre fare un lungo giro.
I
a raggiungiamo da Castel Lupogliano sulla
Pinguente-Fiume e dai 400 metri di altitudine ci portiamo a quasi
700 per superare il costone oltre Semi (?).
Al di là si apre la valle di Lanischie. una valle chiusa, residuo
di un antico bacino lacustre. Lanischie è quasi altineata con
Begozza ad est e con Podgace, Prapocchie, Clenosciacco e Brest
(Olmeto) ad ovest. Per portarci ad ovest però occorre prendere la
strada in quota sul versante nord che per Racia, Raspo e Trestenicco
ci porta al segmento della trasversale che ci permette sia di
visitare Brest (Olmeto) e Slum (Silun Mont'Aquila) ad ovest che di
passare per Danne oltre la catena principale e raggiungere Vodizze
da cui si può andare ad ov est nella valle di Gelovizza ed a est a
Mune e Seiane. I
toponimi di Brest e Slum ricordano l'antica presenza dei Celti. Da
qui il panorama su tutta l'Istria
è stupendo! Lungo tutto il tragitto si
alternano zone panoramiche, fitti boschi, pascoli. Sembra d'essere
in un territorio assai lontano tanto e diverso da quello che ci è
abituale.
Per il ritorno occorre rifare la strada o perseguire oltre Seiane
fino alla Trieste-Fiume. Anche in passato questa è stata zona di
confine, allora tra l'Impero e la Serenissima, ma il transito era
ostacolato solo dalle difficoltà ambientali e dagli abitanti che mal
sopportavano intrusioni. Nella Ciceria di spettanza veneta si
trovava tutto il territorio di Lanischie, divenuta vicariato nel
1418 quando ottenne l'autonomia da Rozzo da cui precedentemente
dipendeva fin dai tempi antichi tutto l'Altipiano di Raspo.
Lanischie e Brest nel 1872 contavano oltre tremila abitanti:
Lanischie era parrocchia e Brest curazia da essa dipendente, ma ogni
località aveva la sua chiesa filiale cui provvedevano i tre
sacerdoti residenti nel capoluogo Oggi in questo territorio, che non
ha risentito in modo diretto dell'esodo, ma delle sue conseguenze,
troviamo appena trecentosessantaquattro abitanti cosi suddivisi
nelle tre parrocchie: Brest settantanove, Lanischie
duecentocinquantadue e Slum trentatrè.
Le attività principali dei Cici: produzione di carbon dolce da
fornire assieme alla legna alle città di Trieste e Fiume, la
pastorizia che d'inverno dava luogo alla transumanza verso l'Istria
costiera ed il trasporto delle merci tra l'Istria e le zone interne,
sono venute meno e la popolazione ha lasciato questi luoghi belli s ì,
ma inospitali specie nel lungo inverno battuto dalla
bora, per spostarsi nelle città e nei luoghi dell'Istria
spopolata dall'esodo dovuto alla pulizia etnica promossa dal regime
di Tito.
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Created: Sunday, December
05, 2010, Last Update:
Tuesday, March 01, 2022
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