SE NE È DISCUSSO IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO
DALL'ASSOCIAZIONE «DECEBAL»
Istro-romena, cultura da
salvare
C'è il rischio dell'assimilazione
etnica e linguistica - Un patrimonio che non deve scomparire
25 novembre 1996
TRIESTE - Tremila nel 1880; 1700 durante la prima guerra
mondiale 1500 al tempo della seconda e oggi poco più che 500. Tante sono
infatti le persone che parlano l'istroromeno nell'area compresa tra Trieste
e Fiume (Sejane, Susnievizza, Nova Vas, Letai, Costercianì, Jesonovik). E
rischiano di scomparire a causa dell'assimilazione etnica e linguistica.
Italia, Croazia e Romania devono collaborare affinché la comunità
istrorumena che vive in Istria non scompaia. A queste conclusioni è giunta
la conferenza internazionale sulla cultura istroromena, promossa
dall'Associazione di amicizia italo-romena «Decebal», svoltasi sabato col
patrocinio del comune al Centro Congressi della Fiera, che ospita pure una
mostra sul tema.
L'inconto
ha riunito i maggiori :studiosi e anche gli esponenti polìtici degli stati
interessati. Per l'occasione il presidente dell'Associazione «Decebal».
Ervino Curtìs, ha presentato la traduzione on
italianu del libro di
loan Maiorescu «Itinerario in Istria»; il
libro, scritto nel 1857 pubblicato postumo dal figlio Titu (prima edizione
1874 seconda nel 1900}, dopo 120 anni dalla sua pubblicazione è stato
tradotto da Elena Pantazescu, segretario generale della «Decebal», ed è ora
in vendita nelle librerie. Si tratta di uno studio etnografico di grande
valore, ha affermato le Pantazescu, su usi e costumi degli istro-romeni,
Popolazione mobile con economia nomade», come li ha definiti Gianfranco
Battisti, docente di geografia all'Ateneo triestino, gente povera ma con
alta dignità morale.Il prof. Nicu Mocanu, filologo romeno, ha spiegato come
l'istroromeno, lingua romanza, sia un dialetto della lingua romena, che ha
subito influenza sia dall'ìtaliano che dal croato.
Gli studi su tale idioma; iniziati dal
noto linguista goriziano Graziadio Isaia Ascoìi, stanno ora proseguendo col
prof. Petru Neiescu, studioso di istroromeno,
che ha realizzato l'unico archivio fonografico deii'istroromeno nei Balcani
e che attualmente sta lavorando, a un «Dizionario del dialetto istroromeno».
Emil Petru Ratiu, presidente di un'altra
associazione degh istroromeni, l'«Andrej
Glavina» {che è stato maestro e podestà ad Albona, dove nel 1921 aprì
una scuola con lìngua di insegnamento romena), ha posto invece l'accento sui
diritti e sulla scarsa tutela di cui gode questa minoranza in Croazia.
Dello stesso parere il viceconsole della Croazia Nada Rusi
(che ha fatto le veci del console generale di Croazia a Trieste Miroslav
Bertosa, assente per motivi di salute), che ha auspicato una maggior tutela
degli istroromeni nel suo Paese, poiché le minoranze hi tutti gli stati
democratici sono una riicchezza.Si deve fare di tutto per salvare tale
idioma anche per il prof. August Kovacec,
docente di lingua francese all'università di Zagabria; per lui una lingua
non può tramandarsi solo oralmente, ` gli istroromeni non possiedono una
letteratura, ma solo fiabe e racconti brevi.
Le conclusioni al sottosegretario agli Esteri della
Romania Stefin Gafita, che ha detto come il suo Paese sia molto preoccupato
per le minoranze sparse fuori dai confini romeni, il vantaggio di questi
piccoli popoli, come li ha chiamati Claudio Magris,
è che essi creano la loro identità senza mettere in pericolo lo stato in cui
vivono, anzi, ne chiedono ta protezione; e questa si può realizzare soltanto
con la collaborazione degli stati interessati, che devono unire i loro :ì
anche in ambito europeo.
Doriana Segnan
Source:
- Lunedì, 25 novembre 1996 - Il piccolo di Trieste, Istria,
Litorare e Quarnero.
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